Pubblico qui una mia lettera aperta indirizzata al Sindaco, agli assessori e ai miei colleghi consiglieri comunali di Pavia.

Penso che possa essere utile agli elettori per distinguere bene i politici: ci sono i coraggiosi e ci sono quelli che invece si vergognano delle loro idee.

All’attenzione dei componenti della Commissione I – Affari Generali

All’attenzione dei Consiglieri comunali

All’attenzione del Vice Presidente del Consiglio comunale

All’attenzione del Sindaco e dei membri della Giunta Pavia,

26 marzo 2013

Oggetto: mancata votazione delle delibere di iniziativa consiliare

Egregi Colleghi, Assessori, Sindaco, Vi scrivo questa comunicazione per rendervi partecipi di alcune mie riflessioni politiche su quanto avvenuto negli ultimi mesi in Commissione Affari Generali. Come sicuramente saprete, nella fase conclusiva di questa legislatura sono state presentate quattro delibere d’iniziativa consiliare: due sul ripristino dei Consigli circoscrizionali (delle quali una presentata anche dal sottoscritto), una sul Codice etico degli Eletti e una sull’istituzione del Registro comunale delle Unioni civili, quest’ultima a firma esclusiva del sottoscritto. Sorvolando per un istante sul fatto che in questa legislatura il Consiglio comunale ha avuto una ‘produttività legislativa’ risibile e che di fatto è stato trasformato in un votificio dei provvedimenti della Giunta, le delibere effettivamente presentate dai Consiglieri andavano a toccare tematiche di assoluto rilievo politico, quali la partecipazione, l’etica pubblica e i diritti civili dei pavesi. Ciononostante, a questi provvedimenti è stato riservato un trattamento vergognoso da parte della maggioranza. Di fatto, contro di essi la giunta e la maggioranza – che ne è fedele esecutrice in Consiglio e nelle Commissioni – hanno messo in atto una strategia di insabbiamento, attraverso continui tentativi di rinvio che hanno raggiunto punte imbarazzanti. In particolare, la delibera sul Registro delle Unioni civili ha vissuto un percorso così accidentato da far pensare che vi sia un’accorta regia politica dietro tutto questo: la delibera è stata messa all’ordine del giorno della Commissione Aff. Generali una prima volta il 28 novembre u.s., ma è stata rinviata con la scusa che vi erano altre delibere giacenti (peraltro nemmeno più all’ordine del giorno); dopo di che, nonostante le promesse della maggioranza di un celere smaltimento dell’arretrato, è successo di tutto. Prima le misteriose dimissioni della Presidentessa Francesca Pini, poi le inconcludenti riunioni sotto la presidenza Castagna, durante l’ultima delle quali (quella del 19 dicembre u.s.) la maggioranza ha fatto apposta a non indicare un nome per la presidenza, così da far rinviare tutto a dopo le vacanze natalizie. A fine gennaio, infine, si è insediata la presidenza Gimigliano, che ha pensato bene di aspettare fino ad inizio marzo per convocare una nuova seduta. Dopo di che, il nuovo presidente è stato bravissimo ad applicare gli ordini di scuderia: è riuscito a far discutere tutte le quattro delibere senza arrivare alla votazione di nemmeno una di esse, in modo tale che queste non potessero arrivare neanche potenzialmente alla discussione in Consiglio comunale. Ritengo che il comportamento del Presidente Gimigliano sia stato assolutamente scorretto nella sostanza, ma trovo che la cosa più grave sia stato dare determinati ordini dall’alto. Questa Amministrazione di smidollati e vigliacchi non ha nemmeno avuto il coraggio di portare alla votazione del Consiglio le uniche quattro delibere di iniziativa consiliare; i motivi erano due: innanzitutto, risultava chiaro che tra i consiglieri di maggioranza vi fosse un’evidente spaccatura su tutti i temi discussi, e quindi si temeva che una volta che le quattro delibere fossero arrivate in Consiglio potesse crearsi una maggioranza trasversale che approvasse tali provvedimenti, notoriamente sgraditi ai vertici politici dell’Amministrazione Cattaneo. Il secondo motivo è che i medesimi vertici politici temevano, alla viglia delle elezioni comunali, di pagare il prezzo politico di un voto contrario della maggioranza su temi importanti per la cittadinanza come diritti, partecipazione ed etica pubblica. Voglio essere chiaro: quando parlo di vertici politici, intendo il Sindaco Alessandro Cattaneo e il ‘cerchio magico’ di persone che lo circondano e che spesso lo hanno mal consigliato. Trovo che sia quest’ultima la cosa più grave: qui siamo di fronte a persone (prima che a politici) che non hanno il coraggio di mostrare alla cittadinanza le proprie idee. Un tempo si diceva che se un uomo non ha il coraggio di correre qualche rischio per le sue idee, o non vale nulla l’uomo o non valgono nulla le sua idee. Nel caso di coloro che hanno portato avanti questa strategia del tacito insabbiamento, si ha l’impressione che non valgano nulla né queste persone, né tantomeno le loro idee politiche. Mi si può accusare di aver commesso numerosi errori politici in questi primi cinque anni da Consigliere comunale. Ma certo non mi si può rimproverare di non aver affrontato di volta in volta i miei avversari sempre a viso aperto, con il coraggio delle mie idee e delle mie battaglie, assumendomi sempre la responsabilità di quello che dicevo e facevo. Da tutto emerge una distanza siderale umana, antropologica e politica da persone che invece si nascondono, glissano, non affrontano mai l’avversario in campo aperto e cercano, al contrario, di trovare sempre un accordo sottobanco. Sono orgoglioso di essere distinto e distante da persone del genere.

Niccolò Fraschini